Per i difensori esilaranti delle sardine.

Ci sono dei buontemponi che credendosi intellettuali – senza titoli e curricula – si contorcono in elucubrazioni  a difesa delle sardine. Confondono critiche con sfide – e li lasciamo credere per non attaccare la loro fragile autostima – ma, fatto più grave, le opinioni con le idee.

Dare una risposta circostanziata alle esposizioni dei buontemponi sopra indicati sarebbe troppo lungo per il target di un mezzo come FB e soprattutto inutile. Come quando Achille nell’Ade incontra la madre e muove l’aria tentando un abbraccio, così è impossibile rispondere al nulla con la concretezza e il rigore concettuale. Quindi mi limiterò ad alcuni brevissimi appunti e ricordi.

In un incontro a Gorizia durante l’evento di “èStoria”, ero con il professor Claudio Bonvecchio e il professor Quirino Principe, dal pubblico qualcuno avanzò la critica per il nostro pensiero antidemocratico. Rispose per tutti Quirino Principe confessando il pregio e precisando che noi siamo aristocratici perché ammettiamo di non sapere, mentre i democratici parlano di tutto con la presunzione averne le competenze.

Con orgoglio rivendico di essere stato tra i primi firmatari e aderenti al “Movimento Zero. Contro la modernità” dell’amico Massimo Fini, e per questa ragione, in un altro incontro svoltosi invece all’Università di Trieste, in una gremitissima e accogliente aula stracolma di studenti, presentai con lui il suo libro “Sudditi. Manifesto contro la democrazia”. E in quella circostanza, l’amico e collega fu chiarissimo, con la terminologia nazionalpopolare a lui consona e particolarmente incisiva: “i democratici confondono la libertà di parola con la libertà di dire cazzate, perché la democrazia ha in sé il principio perverso dell’incompetenza”.

Ecco, allora, la differenza tra opinioni e idee. Le opinioni sono suggestioni personali che rispondono ad una percezione interna, indipendentemente dall’esame di realtà – come accade per i paranoici, tanto per passare a lato clinico – e che non portano a nessun rischio nel rivendicarle. Le idee, invece, partono da un criterio che trascende il fattore contingente e riflettono dei pensieri pericolosi perché devono essere confermati nella pratica; come scrisse Ezra Pound: “Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale niente lui”.

Così si spiega come l’area alla quale appartengo da libero viandante si è trovata in sintonia con un Marco Rizzo dei Comunisti Italiani – con il quale, per ora, sono solo in amicizia virtuale in attesa di un incontro ‘concreto’ – nel criticare il movimento delle sardine: un fenomeno privo di contenuti, assente di idee, vacuo nelle prospettive, presuntuoso nelle declamazioni e assolutamente innocuo perché inserito ad arte nel sistema. Tant’è, per cronaca, che quando un portento ittico rivendicò di aver allontanato un presente da una piazza con la bandiera rossa, Rizzo sorridente gli spiegò se fosse stati lui non ci sarebbe riuscito.

Tutto qui.