In Electomagazine, 09/10/2021
“È più comodo seguire la propria coscienza che la propria ragione: perché la prima è in sé una scusa e un conforto per ogni insuccesso; perciò ci sono ancora tanti coscienziosi contro così pochi ragionevoli”. Così Nietzsche, in Umano, troppo umano, mette in qualche modo in evidenza la pericolosità dello spontaneismo, dell’ingenuità, del giustificazionismo, rispetto al valore indispensabile della ponderazione, del discernimento e della decisione responsabile.
Accertato, in decenni, che le tre ultime qualità non sono prerogative della massa, quell’agglomerato di egoismi senza centro di gravità facilmente suggestionabili secondo le mirate intuizioni di Le Bon e di Freud, quella massa che – in una metafora del grande avvocato Moro-Giafferi – altro non è che “un’intrusa, una puttana” che pretende di piegare anche la Giustizia, mai come in questi tempi essa si è rivelata la peggiore portatrice di opinioni, la “figlia maleducata dell’individualismo moderno”, secondo Jacques Julliard che aggiunge, “un artefatto, un fenomeno artificiale prodotto dalla sperimentazione stessa”.
Riconosco che la manipolazione è riuscita e il potere, almeno per il momento, ha vinto.
Ha vinto sull’informazione, allineata e coperta, prona alle veline diffuse dai vertici istituzionali, senza uno straccio di gazzettiere che si assumesse la responsabilità di defilarsi dalle impostazioni redazionali più diffuse. E quando qualche collega dissidente si poneva in contrasto che la linea manipolativa della maggioranza, veniva discriminato e messo alla berlina, mentre l’Ordine proseguiva il piagnisteo sulla funzione “vitale per la democrazia” e sul lavoro dei giornalisti “offeso e calpestato da minacce e aggressioni da parte di criminali, squadristi e negazionisti” (per inciso, questa sarebbe informazione onesta).
Ha vinto sulla Giustizia, che nulla rappresenta come terzietà tra due parti in opposizione, ma in maniera pedissequa, conformata e disciplinata, risponde massicciamente alle indicazioni dei gestori del potere senza spirito critico, senza valutazioni giuridiche, alla faccia del “libero” convincimento (dimostrazione della “Legge che per gli amici si interpreta e per i nemici si applica” di Giolitti).
Ha vinto sulla sanità, terreno nel quale gli Ordini dei Medici e quelli professionali degli infermieri avrebbero dovuto a pieno titolo prende parte ai dannosi ed equivoci dibattiti che in questo periodo si sono scatenati sul discorso epidemico. Invece di aprire incontri scientifici e dibattiti accreditati, si sono distinti per le sospensioni di importanti professionisti liberi dal ricatto politico e dalle pressioni pubblicitarie.
Sarebbe opportuno che qualche Giudice e qualche medico rispondesse a certi quesiti, secondo la formula “a domanda, risponde” delle aule giudiziarie, e senza contorsionismi retorici o divagazioni linguistiche. In quale parte del codice penale è previsto che ci sia una interdizione alla frequenza dei luoghi pubblici, un obbligo domiciliare, una limitazione di spostamento senza una sentenza per un oggettivo reato riconosciuto? In quale punto del Codice Deontologico è prevista la sospensione su indicazione del potere politico e senza una specifica e documentata violazione del comportamento professionale.
E che nessuno tiri in ballo l’articolo 438 del Codice Penale sulla salute pubblica e la diffusione dolosa o colposa di germi patogeni, che prevede una condanna fino all’ergastolo. Se noi siamo diffusori patogeni dobbiamo venire arrestati, altrimenti non dovete permettervi nessun tipo di coercizione.
È semplicemente tirannico e oppressivo perseguire il reato di dubbio, inserito contestualmente per questa farsa epidemica-vaccinale, solo per l’invidia rosicona che “molti ignorano quel tarlo mai sincero che chiamano pensiero”, per dirla alla Guccini.