Mario Monti
e
Van Helsing
Il professor Mario Monti e il professor Abraham Van Helsing: ecco un bel duello al quale mi piacerebbe assistere.
L’intervista al miracolato di Mattarella, sistemato in Parlamento con il primo colpo di stato attuato contro la Nazione e il suo popolo, è un esempio comunicativo della struttura psicopatica.
Cosa dicono, a proposito, i sacri testi. Basta rifarsi al saggio “Psicopatici al potere” di Jon Ronson: loquacità superficiale, menzogna patologica, fascino manipolativo, affettività superficiale, insensibilità, assenza di empatia. Questi parametri ci stanno tutti, e sorvoliamo sugli altri.
Senatore a vita dal 9 novembre 2011 e, casualmente, Presidente del Consiglio sette giorni dopo, dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013, ogni due per tre parla di regole, di corruzione, di sistema bloccato, con quell’ineffabile e odiosa supponenza che lo esime dal rispondere alla semplice domanda di come lui sia stato protetto e custodito.
Con una freddezza coartata ed una insensibilità prodigiosa, parla della limitatezza dei giovani non disposti a sradicarsi verso lidi lontani e più propensi ad annidarsi nelle sicurezze locali e familiari.
Per altro, poi, con un ingannevole affettività, parla del suo amore per la famiglia, per i nipotini, mentre denuncia la proprietà abitativa come un elemento di costrizione rispetto al mondo e al villaggio globale.
Egli è il rappresentante di quel liberalismo spietato per il quale ogni appartenenza alle determinazioni familiari, culturali, sociali e storiche è solo un fardello del quale liberarsi.
Di quel liberalismo spietato che volutamente travisa il significato di “abitare” con quello di “risiedere”, e che ritiene che esista un Io pre-sociale sganciato da ogni retaggio e disponibile a quell’intercambiabilità indispensabile al “cittadino del mondo”.
Di quel liberalismo spietato che rifiuta il concetto stesso di Politico, essenziale per definire la forma dello Stato e delle comunità di appartenenza, e che tutto deve essere riportato a sistema, gestito da manager spregiudicati – e Lui è una delle essenze –, che deve rispondere esclusivamente agli apparati economici e alle regole mercantili della finanza.
Di quel liberalismo spietato che ringhia contro lo Stato assistenziale, del quale è causa prima per le disumane e implacabili logiche di mercato, e senza il quale – come denuncia Alain Caillé – “l’ordine del mercato sarebbe stato spazzato via puramente e semplicemente”, e che invece paradossalmente si ingrassa per la pace sociale che la sussistenza permette.
Il professor Mario Monti seduce quanto il personaggio di Bram Stoker, ma io voto per l’arrivo del professor Abraham Van Helsing. Un bel finale che finisce con un paletto di frassino.
Questa è goduria!
1 Comment
Naturalmente! E per aggiungere alla persona incapace , indossa pure in pubblico con la cravatta immancabilmente con il nodo storto! Peccato che rappresenti un paese bello come l’Italia!