“Il medico compassionevole rende la piaga infetta”. Questo avvertimento è il cardine di una buona medicina e di una corretta professionalità. Se un medico minimizzasse un problema sanitario per non urtare la sensibilità del paziente, per non mettergli ansia o, magari, scatenare una reazione depressiva, sarebbe un pessimo medico. Giusto è avvertirlo della gravità e proporre delle soluzioni per salvargli la vita, impegnandosi a supportarlo in un momento difficile. Questo si deve fare! Se poi, il paziente decide di non farsi amputare la gamba, di non sottoporsi ad un trapianto di fegato, di non farsi aprire il cranio o il torace, questa rimane una sua libera e consapevole scelta.

Così è anche per tutti i problemi che riguardano la collettività, la buona gestione comune, l’esistenza stessa di una società. L’“andrà tutto bene”, il “vedrai che passa”, “è solo un momento” ed altre ottimistiche idiozie, sono i prodromi di altrettanto idioti e inutili attacchi di panico quando ci si trova nella merda fino al collo e l’unica implorazione che i fiduciosi imbecilli sapranno supplicare è “attenti a non fare l’onda”.

Detto ciò, passiamo alla diagnosi!

Viviamo in un tempo in cui l’illegalità regna sovrana, la propaganda prevale sull’informazione, l’infarinatura prevale sulla cultura, il surrogato ha la meglio sull’autentico.

Il potere ha da tempo sostituito l’autorità, con figure miserevoli che la sostituiscono e che esercitano impunemente il predominio autoreferenziale.

Ogni minima libertà personale, anche solo di pensiero, è condizionata e ridimensionata da ignoti e oscuri algoritmi, quando non censurata da appositi apparati anche istituzionali.

Infondere la paura è uno degli ultimi mezzi che il sistema utilizza per ammansire una massa sempre più imbelle, uno spavento che agisce sull’inconscio, prima ancora della concretezza del pericolo oggettivo.

La giustizia ha perso ogni significato simbolico, trascendente, per diventare interpretazione di una legge sempre più fluida ed equivoca: il libero convincimento del giudice, troppo spesso, non solo è extra legem, ma addirittura deliberazioni ad cazzum.

La Chiesa è in mano a funzionari del capitale e a teologi della sovversione: accoglie i suoi nemici e prega per i suoi corruttori, sostituendo, nel turibolo, lo zolfo all’incenso.

La cultura e l’informazione sono ormai fogne a cielo aperto, che diffondono i miasmi del pensiero debole, del relativismo concettuale, fino alla distorsione stessa della verità.

La cosiddetta scienza non solo è definitivamente un’addomesticata esecutrice dei progetti della finanza, ma arriva a sostenere indirizzi e obiettivi contronaturali, quindi contro l’uomo.

Questi sono solo alcuni sintomi dell’infezione contemporanea, con i quali il corpo sociale deve fare i conti.

Per la terapia è meglio sentirci in altro modo e con altri mezzi. È meglio che il potere non sappia quali siano le soluzioni: potrebbe traumatizzarsi e reagire.