“Non faranno che pensare la vita (gli insegnanti) e non la proveranno mai…convinti, esaltati…rincoglionente tamburino d’assiomi…per il rincoglionimento dei giovani, dalla peggior cricca parassitaria, frasaiola, sorniona, trincerata, politicaia, bacata, profittatrice, inestirpabile, furbastra, incompetente, enucoidale, disastrogena dell’Universo: il Corpo stupido insegnante”.
Non va per il sottile il grande Louis Ferdinand Céline in Bagatelle per un massacro quando attacca i critici di mestiere e gli insegnanti, con un estro provocatorio ed un apparato linguistico che ha fatto epoca e scuola.
Forse qualcuno si sentirà offeso dalla foga denunciataria e sprezzante, ma quando osservo certi comportamenti abbraccio la tesi e la faccio mia, seppure con un tono e un garbo diversi, ma non certo meno beffardo e distruttivo.
Tutti i neologismi celiniani, e forse altri ancora, si adattano perfettamente a quegli insegnanti che si appoggiano all’Anpi per spiegare agli studenti la tragedie delle foibe e dell’esodo istriano. Insegnanti, appunto, etimologicamente parlando: da in signare, imprimere, marchiare; un ruolo, come dice il dizionario, che supera la trasmissione del sapere per segnare la mente del discente, lasciando impresso un approccio alla realtà, che va ben oltre lo studio. Perfetto. Così è. Non educatori, termine che ha in sé l’etimologia antidemocratica del trarre fuori, del far rilevare le specifiche competenze e vocazioni, ma designatori di un’idea, opinion makers – tanto per usare quell’inglesismo che tanto piace e che ha reso gli studenti debilitati nella lingua italiana, livellatori di qualsivoglia specificità individuale in nome, e per conto, di un appiattimento spersonalizzante.
Come quegli insegnanti del Liceo Scientifico di Monfalcone, abili nella retorica di tappezzare le finestre con i manifesti gialli a richiedere la “verità per Giulio Regeni”, ma assolutamente incapaci o volutamente conniventi nel dibattere su quanto è accaduto al ragazzo ucciso in Egitto. Insegnanti complici nel nascondere la verità sulle stragi partigiane e la pulizia etnica da parte delle truppe di Tito, e altri, infiltrati dall’artificioso condizionamento del pensiero omologato, che non spiegano le condizioni di un ricercatore mandato allo sbaraglio dalla cricca trotzkista di Cambridge, sostenitrice dei Fratelli musulmani, e contro un al-Sisi che sta combattendo una guerra all’ultimo sangue contro in terrorismo islamista.
Sempre e solo conformismo, demagogia, pressapochismo, ignoranza, supponenza e vergognoso condizionamento delle menti da parte di coloro i quali dovrebbero sostenere il pensiero, con le sue contraddizioni, con i suoi dubbi, con la sua curiosità critica.
Se Papini auspicava la chiusura delle scuole, quando queste ancora funzionavano, le attuali devono essere rase al suolo e gli insegnanti condannati ai lavori forzati: – rimboschimento, la nemesi per vendicare tanti poveri alberi sacrificati per stampare inutili se non dannosi libri di testo sui quali creare un gregge manipolabile di non pensanti.