Questa felice definizione del nostro ex manicomio nel quale ho lavorato non è mia, ma di un mio valido e simpatico infermiere. La condivido in pieno, ovviamente, perché qualunque persona di razionalità e buon senso può verificarla nella vita quotidiana. La mia verifica della giornata l’ho avuta ascoltando un incontro pubblico in cui la giornalista Michela Ponzani conduceva il dibattito intervistando Francesco Cancellato ed Emiliano Fittipaldi. La questione non poteva essere che il neofascismo.

Lei, storica a copione uniformato, personifica una delle venti deviazioni che vanno sotto il nome di fallace logica, precisamente quella che gli inglesi definiscono con il termine di sherry-picking, la scelta delle ciliegie migliori dall’albero: un’efficace metafora che risponde la consuetudine di ignorare tutte le prove contrarie alle proprie tesi, evidenziando contemporaneamente solo quelle a favore. In questo senso, si presenta come la Vestale della verità di regime, mentre tutte le eventuali indagini e approfondimenti su piccoli e grandi eventi nazionali vengono tacciate di revisionismo e di oscurantismo.

Francesco Cancellato, direttore responsabile di Fanpage, è l’altro voyeur delle camice nere insieme a Paolo Berizzi. Entrambi vantano inchieste sotto copertura alla ricerca di busti del Duce, slogan fascisti, di simboli nazisti, di feste per certe ricorrenze, solo allo scopo di generare paure e di condizionare una parte dell’opinione pubblica, evitando accuratamente inchieste più serie e rischiose in ambito delle galassie anarchiche, delle organizzazioni di spaccio o di traffico di esseri umani, di antagonisti devastatori di intere città.

Emiliano Fittipaldi, di Domani, in quanto a disturbo della percezione di realtà è da considerarsi un soggetto a parte. Ci sono veramente nei suoi interventi delle considerazioni e delle interpretazioni di fatti storici e di avvenimenti contemporanei talmente grottesche che cadono più sul versante della psicopatologia che su quello della falsificazione politica.

Nell’impossibilità di puntualizzare parola per parola i suoi concetti, siamo costretti a pochi e superficiali spot. Tanto per capirci, l’illustre comunicatore si indigna perché un politico, avendo indicato Palazzo Venezia, avrebbe detto che da lì, un tempo, aveva parlato un grand’uomo. Se fossi stato davanti alla porta di accesso al Vaticano, avrebbe dovuto ricordarsi che un tale Papa Ratti, nella sua funzione noto come Pio XI, aveva definito Mussolini “l’uomo della Provvidenza”.

Quando parla di Resistenza, oltre a definirla come evento fondamentale nella caduta del fascismo, avendo “anticipato l’arrivo degli alleati”, non solo rivendica la conquista della libertà coinvolgendo anche i partigiani comunisti – storicamente e documentatamente proiettati verso ben altre conquiste –, ma evita magari di specificare in quale paese al mondo, dalla Rivoluzione d’Ottobre ad oggi, sia mai convissuto il comunismo con la libertà e con il benessere.

Per finire però, merita un accenno all’odierna situazione governativa, soprattutto per quanto riguarda il famoso “Decreto Sicurezza”. Un decreto abbietto, secondo l’esilarante direttore di Domani, perché portatore di una volontà autoritaria di “eliminazione del dissenso anche nelle forme più nobili”, e porta due esempi: quello di bloccare le strade “per salvare il pianeta”, e quello “delle manifestazioni interne alle carceri”, per altro “le peggiori d’Europa”. Insomma, I blocchi stradali e le rivolte carcerarie diventano reati per questa ferocia governativa.

Insomma, tra paranoie e ossessioni, allucinazioni positive e negative, negazioni e proiezioni, dispercezioni varie, narcisismi e idee di onnipotenza, megalomanie e false interpretazioni, una buona percentuale della nosografia psicopatologica è presente nella configurazione antifascista. Quindi, prima di pontificare su difetti altrui e chiedere atti di sottomissione, sarebbe il caso rivolgersi a qualche specialista al fine di integrare le proprie ombre e far pace con i propri fantasmi. Il guadagno economico di alcuni furboni non è di mia competenza.