La giustizia argentina, nella persona del giudice Federico Villena, ha colpito due lestofanti italiani e, con il suo comportamento, ha evidenziato contemporaneamente la vergogna della compravendita di uteri e di neonati.

Due omosessuali evidentemente benestanti e, come molti altri compagni di merende, senza scrupoli né remore, sono stati fermati dagli agenti dell’Immigrazione poco prima della partenza per Parigi insospettiti dalla situazione che avevano davanti: due uomini non giovani, una ragazza e una bambina.

Tralasciamo i particolari tecnici. La questione essenziale che questi individui, contagiati da egoismo vizioso, hanno pagato una ragazza affinché predisponesse il suo utero in comodato d’uso fino alla riuscita del prodotto desiderato.

Questo è – con il voluto cinismo – la descrizione dei fatti. Questo è il risultato dell’immoralità diffusa e della “perversione diventata norma”, come giustamente denunciato dallo psicoanalista Charles Melman. Questo è il risultato dell’accoppiata maligna e depravata del capitalismo con la tecnocrazia: il connubio vizioso attraverso il quale con il denaro compri corpi, coscienze ed anime.

Il procuratore ha aperto una indagine con tre ipotesi di reato: tratta di esseri umani, vendita di bambini o appropriazione di minori.

Il problema, però, non è giuridico, come non esiste un problema estetico, un problema economico, un problema etico… eccetera.  Giustamente, osserva Ruiz Portella, la questione è ontologica. È questo l’Uomo? È un agglomerato di vizi, di istinti, di frustrazioni, di egoismi, di patologie o è altro?

Intanto, c’è da chiedersi: che fine hanno fatto e stanno facendo le compagne progressiste di fronte a fatti come questo, dove c’è lo sfruttamento della povertà da parte di borghesi viziosi, per dirla alla Lukács?

Si confermano così le considerazioni di Julius Evola secondo il quale il proletario è solo un borghese mancato e il capitalismo e l’altra faccia della medaglia del capitalismo, perché entrambi i sistemi considerano l’uomo solo oggetto per le loro sperimentazioni ideologiche.