Questo articolo, a parte la scadente analisi geopolitica, è un documento prezioso per il suo untuoso servilismo ed equivoca ipocrisia. Un atto di sottomissione intellettuale al potere, senza alcuna remora né culturale né genericamente etica.
Invocando una Norimberga per Putin e la difesa della Nazione, il cinicamente spassoso commentatore glissa, per scontata sudditanza, su alcuni particolari nel suo adulatorio attestato di subordinazione.
Innanzitutto, a Norimberga venne deciso che sarebbero state escluse da un analogo procedimento tutte le potenze vincitrici: quindi, nessuna procedura di accusa per i bombardamenti americani al fosforo o atomici sulle città e sulle popolazioni civili, né per la strage di Katyn perpetrata dai sovietici e gli stupri di massa nella Berlino conquistata. Un modesto appunto per intenderci sulla legalità e la giustizia tanto invocate.
Poi, flessibile inchino alla Costituzione nel citare l’articolo 52. Commovente ricordare la sacra difesa della Patria, di fronte ad una sequela di politicanti e di governi impegnati a svendere sempre più sovranità ai bancarottieri ed estorsori di Bruxelles e di Francoforte. Patetico anche l’appunto sulla comunità nazionale che, se difesa per onore e prestigio, si denigra usufruendo usando termini come populismo o sovranismo, se rievocata per servitù si chiama alleanza con il padrone militare della Nato.
“Sedicenti intellettuali di casa nostra”, squalifica l’esilarante megafono del pensiero unico dominante, coloro che attentamente, con rigore intellettuale, precisione dottrinaria e competenze culturali denunciano l’assenza dello Stato, della Costituzione e della democrazia, sostituiti da un regime che giustamente Agamben definisce golpista, e che a forza di emergenze, di decreti e di eccezioni sta perseguendo un progetto di vero e proprio esperimento sociale, economico e antropologico secondo gli strateghi del Nuovo Ordine Mondiale.
La retorica democratica ha vinto, e con essa stiamo assistendo all’elogio funebre della democrazia. Questa resa incondizionata di un bluff è l’unica constatazione che mi rallegra.