“Tre spanne sotto il cervello si spegne ogni polemica. I democretini rinunzino alla discussione. I democretini s’adagino sopra i loro luoghi comuni, perché il mio piede possa calpestarli”. Così Italo Tavolato, futurista e scrittore triestino, si esprimeva sulla rivista Lacerba in una “Bestemmia contro la democrazia” (Edizioni di Ar, 2009). Altri, assieme a lui, come Papini e Soffici, si impegnarono a demolire alcuni tabù dell’idolatria democratica: la sacralità della vita, la legge del coraggio, la vitalità della lussuria, la funzionalità della prostituzione, la difesa della debolezza, il valore del giornalismo.

Con uguale veemenza, e se possibile ancora con più spregiudicatezza, gli autori citati, e anche molti altri, si sarebbero scagliati alla demolizione sistematica di questa fraudolenta e corrotta Europa.

Questa accozzaglia di burocrati, e di strapagati rappresentanti di nazioni senza sovranità, continuano a razzolare e ad esercitarsi in inutili spettacoli circensi, tra becera retorica e patetica esibizione muscolare.

L’Unione Europea, pietoso esperimento sociologico nato per volontà finanziaria e senza alcun coinvolgimento dei popoli interessati alla sua costituzione, è vergognosamente fallita in una deriva politica, morale ed economica.

Gli impuniti gestori hanno letteralmente devastato quella che, nella realtà storica e geografica, è stata la culla della civiltà occidentale: la sua cultura è stata banalizzata, la sua identità è stata profanata, la sua politica ridotta a gestione commerciale. Ha scritto con autorevolezza e poesia Anna K. Valerio: “È l’Europa vecchia femmina in calore filantropico, che si dà ad adottare i senza famiglia di tutto il mondo, lontana, lontanissima dai canoni della romanità, dove l’adozione era il rito per chi pari si conoscessero, e l’uomo meritevole, in ciò superiore alla propria dimensione individuale, avesse un riconoscimento nella, dalla, a favore della comunità”.

Basta andare sul sito ufficiale per rendersi conto dei caposaldi di menzogne e di mistificazioni che stanno alla base della sua fondazione il 7 febbraio del 1922: “porre fine agli orrori di due guerre mondiali […] promuovere la pace e la solidarietà […] libertà, democrazia e uguaglianza, rispetto della dignità umana, dei diritti umani e dello Stato di diritto”.

Un esercito di propagandisti hanno sostenuto e sostengono le falsità di questi apparati, e soprattutto dei gazzettieri di regime continuano a supportare l’ideologia solidarista che ha già ridotto in parte il terreno europeo in un insicuro e pericoloso meticciato.

La maschera è definitivamente caduta un paio di giorni fa. Cos’hanno da dire i “giornalisti, simulacri onnipotenti e onnipresenti” – per riprendere le bestemmie di Tavolato, di fronte all’arresto di Călin Georgescu, il promettente Presidente della Romania? “Oggi, il giornalismo agonizza; domani sarà trippa da gatto. Il gesto è in ribasso, la suggestione fallì la bigoncia rovina”.

Vengono bloccati conti bancari, arrestati politici europei, messi in ginocchio interi paesi, rese insicure intere città, ma i tenutari della propaganda, “con la diarrea delle vostre penne”, scrivono appelli per la cittadinanza degli allogeni, intervistano pregiudicati, reclamano libertà per i pervertiti, spacciano miserabili gossip per inchieste.

Nella caduta verticale della dignità europeista finisca pure la trappola democratica: “E rovini la mediocrità! Fuoco al tugurio dei democretini! I democretini à la lanterne! La libertà solo a chi sa cosa farsene, a chi sa viverla”.