Il sentimento di umiliazione è il “Riconoscimento di un errore o difetto, che comporta uno stato più o meno penoso di vergogna o di contrizione”: può essere determinato da una banalissima interrogazione andata male, una prestazione sportiva scadente, l’insuccesso in un approccio sentimentale, un fiasco in un evento pubblico. Questo sentimento può anche rientrare, per una sensibilità particolarmente addestrata all’autocoscienza, nell’ampio spettro della vergogna per un’azione compiuta e sentita poi come spregevole o quantomeno meschina.

Colui che è consapevole dei propri limiti, che non si esalta per i propri meriti, che non cerca la vittoria ad ogni costo e che riconosce i successi e le qualità degli altri, è per certi versi immune da questo sentimento che può diventare paralizzante, oppure ne approfitta per fare ammenda dei propri errori e trarre dei vantaggi per il proprio miglioramento sia psicologico che comportamentale.

Definito con sufficiente precisione questo stato approssimativamente emotivo, si può affermare con assoluta certezza che il titolo de “La Verità” è falsato, quasi un riconoscimento ad una disponibilità mentale, ed in questo caso politica, che la sinistra non ha e non ha mai avuto.

In alcune occasioni, per chiarirmi con alcuni amici che mi stuzzicavano sulla mia fissazione nei confronti di Andrea Scanzi, ho cercato di spiegare loro una tendenza normale per ogni professionista. In qualsiasi circostanza, il sarto sarà portato a giudicare il taglio di un certo vestito, la parrucchiera la riuscita di una acconciatura, il neurologo se ci sono segni di deficit alla deambulazione o tremori diffusi, il pneumologo se ci sono difficoltà nella respirazione, il cardiologo se ci sono placche di colesterolo o unghie a bacchetta: insomma, ogni esperto sarà attratto da spunti particolari che lo riportano alla sua specialità.

La mia vita lavorativa – lo dico come base di ogni rapporto interpsichico e interpersonale – si è strutturata sull’ascolto e sull’osservazione. È su questi due presupposti che mi diverto a guardare i video del suddetto giornalista, perché ti danno l’idea di quale sia la mentalità della sinistra e del perché il titolo del giornale citato lo consideri fuorviante e quasi chimerico.

La sinistra non può sentirsi mai umiliata, in quanto è detentrice del vero e della obiettività.

Lei le elezioni non le perde, anzi confermano il valore della sua posizione minoritaria rispetto alla vittoria di un popolo becero e cialtrone.

Lei trova le manifestazioni di piazza esempi di allegra partecipazione, di festoso pacifismo e di commovente bontà d’animo, contro il cinismo e la grettezza di chi vede soltanto barricate, incendi, assalti, devastazioni di monumenti e aggressione a civili inermi.

Lei vede il rientro a casa di quattro notabili della regata fintoumanitaria come di presenze indispensabili, “perché è più importante raccontare”, mentre i rozzi e insensibili detrattori vedono in questa esibizione la riedizione giustificativa dei 1213 professori universitari che firmarono la devozione al fascismo (su 1225, tanto per essere chiari) adducendo poi l’eroica scusa di aver combattuto il regime dall’interno.

Lei denuncia al mondo intero vessazioni, torture, maltrattamenti e crudeltà che devono essere accettate come verità indubitabili, non come qualche appartenente a quello odiosa fazione ottusa e in malafede alla San Tommaso che magari chiede qualche verifica medico-legale su danni fisici più o meno evidenti.

Lei non ha persone di cultura e di talento che possano essere disponibili ad un confronto paritario per competenze e per capacità, ma solo eccellenze ed eccezioni in qualunque tipo di ambito, dalla musica al teatro, dalla storia alla politica alla letteratura, mentre la controparte ideologica è afflitta da meschinità morali, miserie caratteriali, povertà linguistiche e abiezioni etiche.

 

Molti anni fa, quando mi occupavo dei gruppi di autoconsapevolezza, un mio amico né filosofo né psicologo, ma grande conoscitore dell’animo umano e sodale nella nostra esperienza di piazza seria, mi disse che qualunque sistema serio mi avrebbe quantomeno denunciato per attentato alla salute pubblica, per il semplici motivo che il giorno in cui gli italiani avessero avuto la consapevolezza della propria condizione mentale, sociale e politica, già nel primo semestre si sarebbero verificate milionate di suicidi.

Ecco perché non solo è impossibile trattare con quella sinistra di cui Andrea Scanzi è un interessante rappresentante, ma sarebbe particolarmente pericoloso per essa, da cui l’attivazione di blindati meccanismi di difesa.

Un narcisista e uno psicopatico – come ad esempio Emanuel Macron, lo cito non per consolidata pubblicità ma solo per prendere lo spunto da un soggetto di successo – non potranno mai essere ricondotti con la dialettica e con le prove alla mano alla realtà. Essi devono difendere la bolla di menzogne e di mistificazioni in cui vivono per non cadere nel tracollo al quale sono destinati.

Rompere questa bolla mortale e infausta, con altri metodi, non sarebbe affatto impraticabile, è che le stesse forze di finta opposizione preferiscono giocare al ballo in maschera scambiandosi, ovviamente, le maschere a seconda delle evenienze. Come ha detto nel video Augusto Grandi, al sistema va benissimo questa condizione di finta conflittualità, e soprattutto di mantenere le masse in una condizione di disinteresse sostanziale a tutto ciò che le circonda. Tanto, per rifarsi a Guccini, ci sarà sempre “un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete o Andrea Scanzi a sparare cazzate”.