Facciamo un po’ di cultura per cercare di ripulire dai miasmi della banalità e dell’umanitarismo a basso costo tutti gli sproloqui che vengono dispensati, e neanche gratuitamente, a proposito di questo evento barcofilo. Si trova tutto in rete, basta essere disposti a farsi delle domande e da queste partire per cercare.
La prima questione da porsi è “Cui prodest”, “A chi giova?”, – antica formula latina per chiedersi chi tragga realmente un utile da una certa azione. Per i tempi arcaici è attribuita a Cassio Longino, il giurista romano secondo il quale per scoprire il colpevole bisognava cercare chi poteva avvantaggiarsi di un crimine. Nella letteratura compare con le parole di Seneca in Medea. In ambito giudiziario rientra nel procedimento di indagine per trovare quel preciso movente privilegiato che avrebbe supportato una certa azione delittuosa. In un ambito molto meno pratico ma se vogliamo più sofisticato, una simile impostazione è sovrapponibile al pensiero di Aristotele che diceva che “verum est scire per causas”, ovvero “la vera conoscenza è conoscere attraverso le cause”.
La seconda questione riguarda termine “utile idiota”. “L’espressione utile idiota, nel gergo politico, veniva usata per stigmatizzare l’atteggiamento di chi, all’interno dei paesi occidentali, simpatizzava per il sistema politico sovietico. Essa veniva anche usata per definire l’atteggiamento del governo sovietico nei loro confronti. L’espressione sottintende che i comunisti li tenevano in scarsa considerazione e sfruttavano la loro ingenuità: erano idioti e utili allo stesso tempo” (Wikipedia).
Queste due posizioni critiche sono associate a proposito dell’ormai noiosa manfrina, tanto esaltata e glorificata quanto fasulla e grottescamente fallimentare, riguardante la regata arcobaleno della Global Sumud Flotilla.
La retorica su questa patetica esibizione nautica potrebbe essere smantellata con una brevità ed una incisività assolute. Le incongruenze, le false testimonianze, le manipolazioni comunicative sono talmente tante e a tal punto evidenti, che con poche domande mirate un qualunque giornalista libero e disinvolto potrebbe farlo, con la stessa ingenuità del bambino impertinente che urlava in mezzo alla folla compiacente la nudità del re.
Alcune domande romperebbero un silenzio omertoso che nasconde la verità dentro alla nube tossica della misinformazione: Chi sono i proprietari delle navi? Chi eventualmente paga il loro noleggio? In queste imbarcazioni dov’erano stipate le tonnellate di aiuti umanitari? E riguardo alle torture fisiche, non esiste un referto medico che certifichi la minima lesione corporea o il più banale segno di trascuratezza dal punto di vista organico. Perché i rimpatriati non sono stati fatti immediatamente visitare dai sanitari, anche per poi poter efficacemente utilizzare i risultati clinici per denunciare con dati alla mano i comportamenti sadici tenuti dai soldati durante la loro detenzione?
È evidente, perciò, che le malelingue e le persone senza cuore non credano agli apologeti dell’eroismo e dello spirito di abnegazione, associato ovviamente alle sofferenze più atroci, quando assistono alle sceneggiate dei rientri, con canti, saltelli e amene esibizioni.
È verosimile che almeno qualcuno di questi attori principali della farsa velifera abbiano quantomeno un seppur confuso sospetto di una qualche regia di preparazione e di supporto. Se poi si accetta che questo minimo di consapevolezza non sia presente, c’è solo da scegliere tra l’articolo 88 e l’articolo 89 del c.p., se il vizio di mente sia totale o parziale in modo da quantificare la capacità di intendere di volere con la conseguente determinazione della responsabilità e della eventuale pena.
Sia chiaro che non c’è nessuna meraviglia da parte mia che la gran parte se non la totalità sia estranea ad ogni discernimento, altrimenti non si potrebbero neanche spiegare i comportamenti paradossali e insensati mantenuti durante la farsa pandemica in ubbidienza alle criminali di disposizioni governative.
Solo prezzolati di redazioni e manovratori su commissione possono mantenere in piedi la fiaba della spontaneità sia nell’allestimento della regata, sia nell’organizzazione delle manifestazioni di massa, e giustificare, quindi, i comportamenti violenti e illeciti delle comparse facinorose. Il tutto, ovviamente, negando la realtà fattuale con una faccia che dire tosta è un eufemismo
Ci sono video e documenti ufficiali che inquadrano perfettamente una certa regia, ad esempio, nella strutturazione della Global Sumud Flotilla, come descrive Andrea Cangini, Segretario generale della “Fondazione Luigi Einaudi” e nella operazione politica della stessa, nonché nella strutturazione del progetto con organigrammi, nomi, cognomi, ruoli e curricula presentato alla trasmissione “Quarta Repubblica”.
Solo coloro i quali hanno il preciso mandato di propaganda e di manipolazione dell’opinione pubblica persistono nella campagna disinformativa, negando le più plateali evidenze.
Altro discorso è quello che interessa il comportamento governativo che solo timidamente gioca sulla difensiva di fronte all’attacco massiccio di una minoranza sediziosa e aggressiva. E pensare che basterebbe più spregiudicatezza, più decisionismo e più determinazione per attivare quegli assenteisti del voto che rifuggono le urne soltanto perché rassegnati all’inutilità delle elezioni, e in attesa di un messaggio forte che li rianimi contro la deriva progressista.
Una considerazione nel deserto del politicume, se persino il Cardinale Federico Borromeo si rassegnò davanti a un don Abbondio quando confessò candidamente che “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.