Pëtr Stepanovič Verchovenskij, il terrorista de “I demoni” di Dostoevskij, che schifava i nichilisti i quali, per altro, non sopportavano lui, così compendia il suo nuovo ordine ideale:
<<Ogni membro della società vigila sull’altro ed è tenuto a denunciarlo. Ciascuno appartiene a tutti, e tutti appartengono a ciascuno. Tutti sono schiavi, e nella schiavitù sono eguali…Per prima cosa si abbassa il livello dell’istruzione, delle scienze e degli ingegni…non occorrono persone con doti superiori! Le persone con doti superiori non possono non essere dispotiche…esse devono essere scacciate o soppresse…in un gregge deve essere l’eguaglianza.
La sete di istruzione è già una sete aristocratica. Non appena sorge la famiglia o l’amore, ecco già anche il desiderio di proprietà. Noi faremo morire il desiderio: diffonderemo le sbornie, i pettegolezzi, le denunce; spargeremo una corruzione inaudita, spegneremo ogni genio nelle fasce. Tutto allo stesso denominatore, l’eguaglianza perfetta…
Noi penetreremo proprio nel popolo…I nostri non sono soltanto quelli che sgozzano e bruciano…Il maestro che si burla coi bambini del loro Dio e della loro culla, è già nostro. L’avvocato che difende l’omicida istruito, dicendo che egli è più evoluto delle sue vittime e che, per procacciarsi del denaro, non poteva non uccidere, è già nostro. Gli studenti che uccidono un contadino per provare una sensazione sono già nostri. I giurati che assolvono tutti i delinquenti sono già nostri. Il procuratore che trema in tribunale di non essere abbastanza liberale è nostro, nostro…
Dall’altra parte, l’obbedienza degli scolari e degli imbecilli ha raggiunto il grado più alto…>>.
Qualcuno trova delle inquietanti analogie tra questa opera profetica di 148-149 anni fa e l’attualità contemporanea? Trova qualche similitudine dalla scuola da Gentile in poi, nella giustizia tradita dal CSM, nella negazione della natura da parte del transumanismo gender, nella diffusione delle droghe, nella perversione sociale diffusa, nella negazione della bellezza e dell’intelligenza, nella mediocrità istituzionale, nella perdita di ogni senso etico, nella sovversione di ogni simbolo sacro e nell’anestesia di ogni decoro e senso dell’onore?
Se sì, non facciamo parte del gregge e abbiamo la responsabilità storica di porvi rimedio.