Vahktang Enukidze e Giulio Regeni: due tragedie da sfruttare.

Questa è la cornice nella quale inquadrare due disgrazie umane, che “Il Piccolo” – come per altro la stampa nazionale – continua a trattare con il gusto della lacrima, per dirla alla Giorgio Gaber.

Il primo, un georgiano di 20 anni, proveniva da un centro di Bari devastato dagli “ospiti” – e già sul termine sarebbe da aprire una discussione semantica – si era già reso protagonista di episodi di violenza e di fuga. I Cpr sono centri nei quali vengono trattenuti gli stranieri destinati all’espulsione (o al respingimento) in attesa dell’esecuzione di tale provvedimento. Stranieri, quindi, non aventi diritti di accoglienza, come per altro il 95% dei “camminanti” che si aggirano indisturbati – e disturbanti – sul territorio nazionale.

Che Furio Honsell di “Open Fvg”, che Gianfranco Schiavone dell’“Ics”, che le varie sigle “Rete No Frontiere” o “Open Sinistra FVG” si agitino sui vari fatti di sangue, è solo una danza macabra su sangue di chi in Italia non ha alcun diritto né pretesa da rivendicare.

Sul povero Giulio Regeni, lo sbracato presidente di Montecitorio, in arte Roberto Fico, e l’inqualificabile “Amnesty International”, invece di insistere su una equivoca e retorica verità egizia, dovrebbero indirizzare altrove la propria attenzione. Su quella cellula sovietica di Cambridge che ha creato Kim Philby, Guy Burgess, Donald MacLean, i grandi traditori spionistici della “Società degli Apostoli”, sempre amorevolmente accuditi da un tale Lord Nathaniel Mayer Victor, quarto barone di Rothschild. È da quella sede che “qualcuno” ha mandato allo sbaraglio il povero Regeni, mentre dai protetti studi britannici si appoggiava la causa dei “Fratelli musulmani” contro il governo moderato e legittimo del Cairo.

La verità non necessita di grandi esternazioni e piagnistei. Basta cercarla con onestà, coerenza e sacrificio. Ma forse sono proprio questi tre parametri che mancano.