Coloro i quali, con zelante premura, hanno eliminato il post riproposto e sentenziato una punizione esemplare anch’essa evidenziata, meritano tre precisazioni.

La prima, di carattere morale-caratteriale, riguarda la loro vocazione alla delazione, quando già in tenera età denunciavano alla suora il vicino che aveva buttato nel cestino la mela cotta o indicavano con il ditino infame il bambino che aveva usato il contenitore della Bic come cerbottana per lanciare la pallina di carta. È un dato psicologico che ha radici nella profondità dell’Ombra malata dell’anima.

La seconda, di carattere logico-linguistico. Dice Wittgenstein che “La proposizione è un modello della realtà quale noi la pensiamo”, e il loro modello è falsato quanto la realtà che propongono. Nella foto non c’è alcuna condivisione di “simboli, elogio e sostegno”, ma una semplice indicazione di luogo, per altro in un fotomontaggio creato per puro divertimento da un amico. E chi non sa distinguere il reale dal fittizio proietta solo il suo disturbo mentale.

La terza riguarda l’interpretazione politica. Si afferma che “persone e organizzazioni che consideriamo pericolose” in riferimento ad Hezbollah. Bene. Si sappia che Hezbollah è il movimento sciita libanese che fino al 15 maggio del 2022 aveva la maggioranza al Parlamento di Beirut con 70 deputati. Poi, in quelle elezioni, perse 5 seggi e divenne opposizione. Per inciso, se pensiamo che per undici anni in Italia non ci furono elezioni ma governi decisi da altri, parlare di libertà è tutto un programma. La chicca è la precisazione: “consideriamo pericolose”. Noi chi? Chi dà la patente di pericolosità? Chi certifica le buone e le cattive condotte?